Editoriale

Bombe di ghiaccio sulla mia zucca...

di P. Francesco Calloni

Nella Liturgia di oggi si legge: "Verrà un giorno in cui non si sopporterà più la sana dottrina ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole" 2 Timoteo 4, 3-4.
Sono proprio queste le parole che risuonano terribilmente attuali sfogliando “Cammino, rivista di cultura e attualità cappuccina-missionaria”. In essa pare ormai che il Cristianesimo non trovi espressione se non come fotografia, peraltro ottima, di conventi, eremi, o basiliche. La storia dei Cappuccini, sotto il titolo “Fioretti cappuccini” vi è narrata come qualcosa da relegare in un passato assai remoto, ridotta a campionario di stranezze sulle penitenze dei novizi, e corredata da disegni che sembrano quasi irridere cose che, comunque, non mi sentirei di commentare.

A farvi da contrappunto, ecco invece un articolo su di un incredibile quanto inverosimile San Francesco, interpretato e attualizzato da un frate che implora con occhi languidi una dama avvenente, sontuosamente vestita, tra caldi drappeggi che non sembrano rimandare propriamente alle Fonti Francescane.
Ben diverso è quanto in esse si legge dell’amicizia e dell’incontro tra San Francesco e Jacopa dei Settesoli.
Alla vita dei Santi, specie a certi particolari, ci si dovrebbe accostare con pudore e rispetto, per evitare la banalizzazione dell’umano, troppo umano. Com’è avvenuto su “Cammino” n° 8/99. La collocazione tipografica? Nella serie “Grandi Amori”, che in altre puntate presenta Paolo e Francesca, Giulietta e Romeo. Detto “servizio” su San Francesco dice parecchio sugli estensori, e nulla sul Santo che piangeva e gridava al mondo: "l’Amore non è amato!".
foto Calloni

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