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C'ERA UNA VOLTA... |
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Il bambino rimase immobile e silenzioso.
"Sei un bambino senza nome, oppure il tuo nome non ha ancora una voce e tu non puoi pronunciarlo?", sorrise il Mercante di Parole. Accarezzò i capelli del fanciullo, gli prese la mano e la introdusse nel sacco delle lettere e delle sillabe. "Qui dentro ci sono le storie di tutta la Terra. Le storie già vissute e quelle di chi verrà dopo di noi, che però il vento non si azzarda a raccontare. Ci sono anche tutti i nomi, in questo sacco: jalala che vuol dire terra, jimbin per indicare ciò che sta sottoterra, kurwul che è il cielo, yoora le nuvole che lo attraversano e yundarra e wabili il tuono e il lampo che le nuvole ci mandano durante i temporali. Perciò prendi un pugno grosso così di lettere e lanciale in aria: sarà il vento a dire come ti chiami", lo invitò il Mercante di Parole. Il bambino non se lo fece ripetere e subito un soffio di vento compose: PURUKUPALI, con le lettere che il fanciullo gli aveva regalato. "Ecco: Purukupali è il tuo nome. Con te comincia la storia degli uomini di questa terra e degli animali che via via la abiteranno", disse il Mercante di Parole, prendendo nuovamente la mano del bambino. Insieme, Purukupali e il Mercante-Mago delle Parole estrassero dal sacco manciate e manciate di lettere e di sillabe, perché il vento raccontasse le storie degli aborigeni e del loro mondo. |
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