![]() |
||||||||||||||||
![]() |
||||||||||||||||
Editoriale |
||||||||||||||||
![]() |
||||||||||||||||
|
||||||||||||||||
E' una mattina lattiginosa e senza dimensioni Rimango volentieri nel mantello della divisa cappuccina. Febbraio s'inoltra verso la primavera, ma senza trasalimenti e sussulti, pigro e svogliato. Devo levarmi in volo per un editoriale che, pure lui sonnacchioso, non vuole prendere quota, stendere le ali. Ho solo freddo. Mi tengo in mano il Vangelo, certo di una sua ispirazione. Gli occhiali, a mezzo naso, mi ingrandiscono le frasi e le rileggono in continuazione, il freddo persiste; le parole di Matteo sono sempre ingrandite e io non capisco nulla. Tutto è così grande e nulla che mi risulti ovvio, evidente. Pure l'evangelista sembra lattiginoso e chiuso come il cielo di febbraio: "Chi di voi, a furia di pensare, potrà aggiungere un'ora sola alla sua vita?"
Non certo io, Signore, che non riesco neppure a pensare. Sono un uomo di questo tempo, di questo giorno, di questa stessa ora. Mi compiango a volte: credo in Dio e non so quasi nulla di lui. Lo amo, a volte con struggimento e a volte con turbamenti. Dio è com'è, e io resto liberissimo di cedergli il passo. E' vero che non riesco ad aggiungere un'ora sola alla mia vita, ma è un mio dovere pensare. Se penso mi metto al di sopra di quello che faccio, lo domino, lo oriento. |
||||||||||||||||
![]() |
||||||||||||||||
|
||||||||||||||||
![]() |
![]() |
|||||||||||||||
|