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Editoriale |
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Allora, silenzio, caro Dio. Lasciami pensare: non trovo altro mestiere che mi distingua da una bestia. Eppure il mondo è pieno di spensierati. lì "si dice", il "si fa" sono diventati gli unici criteri di verità. Così diventiamo banali, massa di scimmie. Oggi i nostri problemi hanno l'altezza dei tetti delle nostre case: sono quelli del frigorifero, del computer, della circonferenza della pancia, di internet. Pensare stanca. E vero che pensando non aggiungo un'ora alla mia vita, ma aggiungo un chilogrammo alla mia grandezza di uomo. Dice una nota poesia di Bertolt Brecht:
Generale, il tuo carro armato è una macchina potente, spiana il bosco e sfracella cento uomini. Ma ha un difetto: ha bisogno di un carrista. Generale, il tuo bombardiere è potente. Vola più rapido di una tempesta e porta più di un elefante. Ma ha un difetto: ha bisogno di un meccanico. Generale, l'uomo fa di tutto. Può volare e può uccidere. Ma ha un difetto: può pensare. Verissimo: questo è un mio difetto, perciò una forza che nessuno può piegare, anche se, a volte, mi sento solo una canna pensante. Ma, a che cosa pensare? Se la genialità consiste nel sapere ciò che bisogna tralasciare, devo scegliere che cosa dare in pasto al pensiero. Non faccio il clericale per vocazione: ma ogni uomo deve scegliere due capitoli importanti per la propria zucca: IO e DIO. |
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