Editoriale

di P. Francesco Calloni
parte quarta

Se non lo giudico abdico all'uso della testa in favore del sentimento o dell'istinto. Devo chiedere a Dio che mi mostri le sue carte, perché una delle due; o Dio non esiste e allora mi sarò liberato da un'idea falsa; o Dio esiste e allora mi incontrerò con Uno che, se è veramente Dio, vuole che le mie genuflessioni siano fatte a testa alta. Da parte di Dio, infatti, sarebbe indegno aver paura della critica: se egli esiste non ha timore di nulla. Da parte mia non criticare Dio sarebbe stoltezza. Perché credo che esistano solo due tipi di saggi: quelli che, dopo aver seriamente e onestamente pensato, concludono della non esistenza di Dio e quelli che dopo altrettanta riflessione concludono della sua esistenza.

Il problema di Dio condiziona troppo pesantemente tutta la mia vita per poterlo eludere: con coraggio e senza paure lo dovrò pure affrontare. O atei o credenti: a condizione che si usi il cervello e si pensi, però! Un raffinato raggio di sole, del tutto indifferente al corso della stagione, viene ad indorare il legno della scrivania. Vado a tastare i tubi dei termosifoni: tiepidi. Mi drizzo in piedi sulla traiettoria del raggio di sole filtrato dai vetri: amabile ma non di più. Un cane latra dal solito terrazzo fuori le mura conventuali. Lo lasciano solo per l'intera mattina, tiene in angoscia. Rieccolo lacerare il silenzio, farlo a stracci, morderlo per furori. Fratello lupo, regalami il silenzio. Devo pensare. Il tempo sgocciola.


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