C'erano una volta i Gesuiti...

di Walter Porzio
parte sesta

Da S. Ana passo a Loreto, anche qui trovo solo rovine non restaurate in mezzo alla selva per cui proseguo sino a S. Ignacio Mini, dove ciò che rimane della réduccion è tenuto in maniera encomiabile. Restaurata nei suoi edifici pericolanti, ma intatta nella sua pianta e nella sua originalità, la Missione di S.Ignacio offre un colpo d'occhio eccezionale. Di sera nella temporada (stagione) si può assistere al suggestivo spettacolo di Suoni e luci!!. Molto ben conservata è la chiesa, come del resto le case degli Indios e le botteghe degli artigiani. Tra le curiosità: una colonna interamente fagocitata da un guapoy che chiamano columna dal corazon de piedra (colonna dal cuore di pietra) e un altro fico che ha sviluppato il tronco con sembianze di donna. Le due arcate dell'ingresso alla chiesa evidenziano le decorazioni che venivano scolpite, nella parte destra dagli artisti gesuiti, e dalla parte sinistra copiate dagli artisti indigeni con non minore bravura.

Parecchie di queste costruzioni furono edificate sotto la guida di architetti italiani, come il milanese Giovanbattista Primoli e Giuseppe Brasanelli. Anche a S.Ignacio Mini, come del resto in tutte le missioni, vi erano biblioteche con centinaia di volumi. Basti pensare che quella di Candelaria, che come detto era la sede dei Superiori Gesuiti, custodiva 4.725 volumi. Il primo libro stampato nelle réducciones fu Il Martirologio Romano e, nel 1705, il volume di padre Fusebio Nierembeg: La differenza tra il temporale e l'eterno. Il sigillo di stampa, posto sulla copertina, indica chiaramente la sua origine guaranitica. Successivamente vennero stampati libri vari, come calendari, tavole astronomiche e planetarie e diverse opere religiose. Poco distante da S.Ignacio sorgevano le réducciones di Corpus e di Loreto, anch'esse non restaurate e quindi in stato di totale abbandono per cui Jesus mi sconsiglia di perdere tempo a visitarle. Decido che il mio viaggio in Tierra di Misiones è terminato.


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