L'arte
Nelle foto: la lunetta conclusiva, bozzetti della prima lunetta e di un monaco.

DANIELE CRESPI

DRAMMA IN PITTURA

di Ferdinando Zanzottera
Parte quinta

La lunetta conclusiva del ciclo della navata è collocata nella controfacciata, sopra la bussola di ingresso della chiesa. Essa raffigura l’apparizione di San Bruno al conte Ruggero di Calabria al quale svela il tradimento e la congiura ordita ai suoi danni. A voler tradire il conte è l’amico fidato Sergio, al quale egli aveva concesso la mano di sua figlia. Con questa visione San Bruno si sdebita di quanto ricevuto quand’era ancora in vita e l’evento narrato nell’affresco rammenta il motto francescano: donando si riceve.
Per simboleggiare che la scena si sta svolgendo di notte, il Crespi ricorre ancora agli stratagemmi della scenografia teatrale, utilizzando dei drappeggi come fondale che, sapientemente interrotti, mostrano un paesaggio notturno.
San Bruno ed il conte sono nella luce, mentre i congiurati nell'ombra. Particolarmente interessante è l’intuizione di Rossana Ciaravolo, che sottolinea come questa scena sia caratterizzata da tre luci distinte: quella spirituale che si irradia dall’aureola di San Bruno, quella artificiale del cero tenuto in mano da un servo, e quella naturale della luna.
Ai fianchi della finestra serliana della controfacciata Daniele Crespi dipinse anche l’approvazione di papa Urbano II dell’esperienza contemplativa certosina e la richiesta di San Bruno di poter rifiutare la carica arcivescovile offertagli dal Sommo Pontefice. Alla maestria di questo pittore lombardo, inoltre, si deve anche la decorazione della volta a botte nella quale raffigurò quattro medaglioni centrali attorniati da angeli e monaci certosini. In questo caso il Crespi crea un percorso che conduce dall’Antico al Nuovo Testamento attraverso le figure della Maddalena e di San Giovanni Battista.

Il primo medaglione, raffigurato nei pressi dell’ingresso della chiesa (foto a destra, pagina accanto), mostra Abramo nell’atto di sacrificare Isacco. Esso rappresenta la disponibilità dei monaci a seguire l’imperscrutabilità dei disegni divini.
Accanto a questa figura vi è un cartiglio nel quale vi è scritto in caratteri latini che l’uomo obbediente viene proclamato vittorioso, sperando contro ogni speranza. L’affresco vuole simboleggiare alcune delle virtù certosine, quali la volontà di seguire la strada tracciata da Dio, l’obbedienza e la speranza.


Ne sei incuriosito?
Pagina indietro
Pagina avanti
Sommario