L'arte

SIMONE PETERZANO

IL CANTO DEI COLORI

LA NATIVITA'

di Ferdinando Zanzottera

Sulla muratura settentrionale il Peterzano eseguì la "Natività", la cui composizione scenografica fu realizzata usando la "prospettiva inversa".
Solitamente, nella "prospettiva tradizionale", la scena tende a prolungarsi verso l’alto del quadro e ad allontanarsi da chi guarda l’immagine, ma in questo affresco il Peterzano inverte questo schema ed i soggetti che guardano l'opera diventano partecipi della scena.
Il centro della composizione diventa Gesù Bambino, verso cui convergono le diagonali prospettiche. Gli sguardi e i movimenti sono rivolti verso di lui e le poche figure che non guardano direttamente Gesù lo indicano con le braccia, enfatizzandone la centralità.
Con questa tecnica, che è tipica delle icone bizantine, il Peterzano e i monaci vollero sottolineare che la natività di Gesù non aveva un valore storico solamente per chi era vissuto in Palestina, ma era contingente a ogni persona. Si noti la nudità del Bambino che rimarca l’incarnazione divina nelle fattezze umane.
Nelle figure dei pastori si riconosce la tipica alterazione del "gozzo", caratteristica dei lombardi del XVI e XVIII secolo (non a caso il Peterzano ricorse a modelli popolari lombardi e bergamaschi).
Attorno al Bambino sono raffigurati San Giuseppe e la Madonna, i cui corpi sembrano formare insieme alla natura sottostante, il disegno della mandorla divina, simbolo della Sua duplice natura umana e divina.

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