L'arte
Una scena della Crocifissione.

Particolare de i " misteri gaudiosi ".

BIAGIO BELLOTTI

IL PRETE ARTISTA

di Ferdinando Zanzottera

La cappella affrescata dal Bellotti

La volta

Alla bravura ed all'ingegno di Biagio Bellotti sono da ascrivere le decorazioni ad affresco presenti nella cappella dell’Annunciazione e del Santo Rosario.
Si tratta di un ciclo eseguito nella seconda metà del '700 dal canonico bustese, nel quale si ritrovano interessanti spunti iconografici.
Secondo una leggenda popolare questo artista, dopo aver terminato i lavori della cappella, avrebbe sentito i commenti di un pellegrino che reputava i suoi affreschi inferiori a quelli già esistenti all’interno della chiesa.
Egli avrebbe dunque deciso di rompere il contratto abbandonando il monastero certosino senza affrescare anche la cappella dedicata al fondatore dell’ordine.
Alcuni documenti della fine del XVIII secolo, invece, smentiscono questa leggenda più volte ripresa dagli storici contemporanei e testimoniano come detta cappella fosse affrescata.
Queste pitture, però, risultavano irrimediabilmente perdute sul finire del '700 a causa di infiltrazioni. Purtroppo i restauri appena ultimati non hanno trovato traccia di questi affreschi, mentre alcuni lacerti di una decorazione più antica sono emersi nella cappella dedicata a San Giovanni Battista e Sant’Antonio abate.
In essa sono raffigurate alcune scene anonime ispirate alla vita del santo eremita. Particolarmente significativo appare l’affresco raffigurante la morte di Sant’Antonio la cui anima è rappresentata da un infante portato in cielo da due angeli. Si tratta di un elemento che risente delle icone bizantine e richiama la famosa opera del Greco intitolata “Deposto del Conte di Oyez”.

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