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Gli aborigeni arrivarono in Australia 25 mila anni prima di Cristo. Rimasero un popolo nomade e cacciatore, senza cognizioni di agricoltura. Oggi se ne contano circa 160 mila. Sradicati dalla terra e dalle loro abitudini di vita vivono con difficili problemi di integrazione e le periferie delle grandi città sono il teatro del loro dramma umano.
Una volta il mondo era una landa desolata, senza vita e senza piante, avvolta nella notte che ne custodiva il segreto. Poi, dal cuore della Terra, arrivarono gli Antenati, nobili esseri, che sintetizzavano in se stessi la natura umana, animale e vegetale. Nel loro vagare, questi giganti del sovrannaturale forgiavano il paesaggio con il loro canto: creavano fiumi, montagne e caverne. La loro presenza generava la vita delle piante, degli animali e delluomo, in un tempo che non aveva fine". E' la moglie di Brian, Liz, a raccontarmi il Tjukurapa, il Tempo del Sogno, il momento epico della creazione, in cui passato e presente si fondono perdendo il loro significato temporale. "È un rituale legato ai miti ancestrali in cui luomo diventa parte del canto, della terra, dellAntenato stesso". Liz è aborigena e, intorno al tavolo di un ristorante, non manca di qualche punta di amarezza: "Racconto il Tempo del Sogno ai miei figli affinché non perdano la loro identità". La società australiana ha rimosso il male che ha fatto agli aborigeni. Quando i primi scopritori arrivarono nel continente, non capirono nulla di questo popolo, tanto che uno di essi, quando li vide per la prima volta, scrisse: "Gli abitanti di questo Paese sono i più miseri del mondo". E con questa frase aprì le porte al progresso. |
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| Un aborigeno che suona il "didjeridoo" al Kuranda's Tjapukai Dance Theatre di Cairns. | ||||||||||||||||
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