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Nonostante la vastità del territorio non rendesse facile il rapporto tra le varie etnie, si svilupparono momenti di incontro fra le tribù, fatti di rituali, balli e canti. Momenti in cui i membri si concedevano lun laltro il diritto di transito sulle rispettive vie ancestrali: una pratica erratica che spinge (ancora oggi) laborigeno a percorrere per giorni, mesi o addirittura anni, lunghi tratti nella foresta alla ricerca di una persona che, spesso, neanche conosce.
Le espressioni grafiche delle diverse etnie erano condizionate da fattori ambientali. Nei deserti centrali e occidentali si diffuse il disegno sul terreno; fra le foreste di Arnhem Land prevalse la pittura su corteccia, oltre alle incisioni e ai dipinti rupestri diffusi anche nel nord del Queensland, nel Victoria e nel sud dellAustralia Occidentale. Gli animali erano i soggetti più diffusi delle pitture nelle caverne: pesci, uccelli, tartarughe e coccodrilli erano raffigurati non solo nel loro aspetto esteriore, ma completi di cuore, scheletro, polmoni e intestini. Allarrivo dei coloni inglesi gli aborigeni erano uno dei pochi esempi di popolazione ferma al paleolitico. Come altri popoli nomadi si adattavano allambiente senza cercare di mutarlo, anche perché i loro miti sulla creazione li identificavano nella terra stessa che calpestavano con passo leggero e ringraziavano per i frutti che donava loro. Con lo sbarco degli inglesi arrivarono le malattie endemiche come il vaiolo, la tubercolosi, il morbillo; arrivarono anche la crudeltà e labuso, così che gli aborigeni furono vittime di vere e proprie battute di caccia alluomo che i nuovi padroni organizzavano per divertimento. D'altra parte, un popolo con queste caratteristiche non aveva alcuna possibilità di avere la meglio sullaggressività dei coloni, la cui tecnologia militare portò queste tribù, nel giro di dieci anni, sullorlo dellestinzione. I pochi sopravvissuti preistorici furono spinti nelle riserve e, anche grazie alla volenterosa opera educativa di tanti missionari, la loro cultura si sgretolò. Quando nel 1860 vennero sancite nello stato del Victoria una serie di norme per la tutela della loro vita, ne erano sopravvissuti 50 mila in tutto il Paese. Abitavano per lo più i territori desertici dellAustralia centrale e occidentale, le paludi di Arnhem Land e la giungla del Queensland, e forse devono ringraziare soprattutto linospitalità delle loro terre se furono salvati dal genocidio. |
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| Dipinti rupestri aborigeni nel Parco Nazionale del Kakadu. | |||||||||||||||||||
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