LA PERSEVERANZA DI CHI VIVE LA CAMPAGNA

Gli australiani, sotto tanti aspetti, sono figli di una cultura antica, quella dell’amore per gli anglosassoni per la natura e per la campagna. La maggior parte della popolazione rurale, di questo angolo sperduto del continente, vive di ciò che riesce a strappare alla terra, a salvare dagli incendi e dal clima impietoso.
Con la parola bush, gli australiani indicano fattorie, villaggi dell’entroterra, foreste e deserti.
Girare per i bush significa vivere emozioni contrastanti, come del resto avviene in tanti altri luoghi di questo contraddittorio Paese i cui abitanti, sotto tanti aspetti, sono figli di una cultura antica, quella dell’amore per gli anglosassoni per la natura e per la campagna.
Rifletto a voce alta e Brian non perde l’occasione per mettermi di fronte alla realtà: "Qui non siamo in Inghilterra, Miss, siamo in Australia e noi che lavoriamo la terra dobbiamo fare i conti con l’aridità, con gli incendi che divampano all’improvviso, con le centinaia di chilometri che dobbiamo percorrere per sbrigare la più banale commissione. Non è un caso se l’economia australiana deve solo il 6 per cento all’agricoltura".

Una stretta zona fertile a forma di mezzaluna, con montagne, fiumi e piogge benefiche, si estende dall’estremo nord lungo la costa orientale, fino alla parte sud-orientale del Paese; una Grande Catena Divisoria al di là della quale la maggior parte del continente è sterile.
Brian e Liz vivono con i due bambini in una fattoria nella zona tra Melbourne ed Adelaide. La loro è una vita dura e solitaria, specialmente per Liz che, per molte ore del giorno, può contare solo sulla compagnia dei bambini e delle galline; mentre Brian lavora nei campi o, per arrotondare, porta in giro i turisti. Mangiamo all’aperto, sotto il portico: il loro invito a pranzo è stato provvidenziale perché questa zona sembra abitata più da canguri che da umani e nel raggio di non so quante miglia non c’è barlume di “civiltà”.
Termitai nella campagna di Broome.

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