La storia e l'arte
Il monaco Dom Jacobo Kunike di Paradiso.

LA "SISTINA" DI MILANO

di Ferdinando Zanzottera
Parte seconda

Purtroppo non esistono descrizioni dettagliate della struttura della Certosa, ed a tutt’oggi mancano testimonianze particolareggiate che precisino le singole parti che la costituivano nel primo periodo. La prima indicazione è rintracciabile in un documento del 1368, in cui si asserisce che i monaci certosini riuniti nella sala capitolare del monastero decisero di vendere una casa di loro proprietà nei pressi di Porta Ticinese. In quella data, quindi, appare certa la costruzione della sala capitolare alla quale, tuttavia, non aveva ancora fatto seguito il completamento del monastero.
Tra i primi priori della certosa milanese è da annoverare Dom Stefano Maconi, il quale venne chiamato nel 1389 da Giovanni Galeazzo Visconti. Egli era il discepolo prediletto di Santa Caterina da Siena ed entrò nell’ordine fondato da San Bruno proprio per volere della santa, che egli definiva la sua “cara Madre spirituale”. Dom Stefano Maconi divenne ben presto amico dei signori di Milano; ed è ben noto che Giovanni Galeazzo e sua moglie Caterina, si intrattenessero con lui per parlare di morale religiosa e per discutere di teologia.
Divenuto direttore spirituale dei Visconti, Maconi ricevette le confidenze di Caterina che desiderava molto un figlio e che, se il Signore glielo avesse concesso, avrebbe fondato un monastero femminile. Egli dichiaratosi certo che il Signore avrebbe esaudito il suo desiderio, la convinse, invece, a far il voto di fondare una nuova certosa. Fu dunque quella l’origine della Certosa di Pavia fondata nel 1396 ed alla quale fu inviato anche Dom Stefano Maconi.
La volontà dei Visconti di erigere un nuovo monastero certosino nei territori lombardi ebbe conseguenze anche sulla Certosa milanese, che sul finire del XIV secolo era ancora in costruzione. Intorno al 1403 si ebbe un nuovo impulso edilizio, quando Luchino Visconti fece una cospicua donazione affinché i monaci di San Bruno rimettessero mano alla fabbrica del monastero.
La donazione luchiniana dovette ben presto portare i suoi frutti poiché nel terzo decennio del XV secolo si susseguirono numerose consacrazioni di altari.

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