SERVIZIO SPECIALE: SIRIA dove le pietre pregano .
copertina ss
Copertina del Servizio Speciale del mese di Maggio 2001


Myrna 1
Nella foto:
Myrna con la foto della Vergine di Soufanieh

Nelle foto:
Le piaghe si sono aperte spontaneamente, in corrispondenza delle cinque piaghe di Cristo e della corona di spine, sulla fronte
Le piaghe

Le piaghe

Le piaghe

Myrna con i due figli
Nelle foto: Myrna con i due figli

Myrna ela Madonna
Nelle foto: Myrna accanto alla statua della Madonna sul luogo dell'apparizione



di Monica Vanin
foto Calloni

Dal1982, Myrna, una ragazza semplice, sposata da poco, ha cominciato a ricevere alcune “visite” davvero speciali e sul suo corpo sono apparsi i segni della passione di Cristo. Da allora, nella sua piccola casa in un quartiere di Damasco, si prega senza interruzione per l’unità tra i cristiani.

Cosa fareste se questa sera, mentre state affacciati al balcone, sull’albero vicino a casa apparisse un globo di luce, e ne uscisse una figura femminile che si alza, vi viene incontro lasciandosi dietro una scia luminosa e vi raggiunge attraversando (badate, non “scavalcando”: attraversando) la ringhiera di ferro?
Io, personalmente, non so cosa farei. Però, so cosa ha fatto Maria Kourbet Al Akhras Nazzour (Myrna, per gli amici e i familiari), che oggi ha trentasette anni, ma ne aveva solo diciotto quando ha vissuto per la prima volta questa esperienza sconvolgente, la notte del 15 dicembre 1982.

LE SOLITE VISIONI?

So già cosa state pensando. «Ci risiamo: una veggente, una santona, le solite panzane paranormali. Un cumulo di superstizioni, fanatismo ed espedienti per riempire le chiese e qualche portafogli».
Liberi di crederlo. Io penso che forse cambiereste idea, se poteste incontrare Myrna, leggere con calma quello che è stato scritto di lei e parlare con religiosi vari (come padre Zahlaoui; padre Josef Maaluli è scomparso, purtroppo, l’anno scorso) o conversare con vescovi e nunzi apostolici come mons. Luigi Accogli, che era a Damasco tra il 1988 e il 1993. Non accontentatevi dei servizi televisivi, come quelli trasmessi dalla RAI lo scorso novembre-dicembre: non rendono piena giustizia a questa storia e soprattutto a lei, a questa donna normalissima, dolce, serena di carattere e anche un po’ schiva, benché si sottometta a continui incontri e conversazioni con tanta gente.
Myrna non ama la pubblicità, se non quella strettamente funzionale al sorprendente incarico che le è stato affidato. È vero che esiste un sito internet canadese che racconta di lei e soprattutto diffonde i messaggi che ha ricevuto (un accorato invito alla preghiera e all’unità tra i cristiani). Ma non ha guadagnato una lira dalla sua vicenda. Tanto meno è stata strumento di guadagni per la Chiesa, a parte molti indubbi guadagni spirituali, che ancora, purtroppo, non sono ricchi e fecondi quanto dovrebbero.
Un giudizio ufficiale definitivo sui fatti di Soufanieh non è stato ancora dato (anche perché si tratta di “fenomeni tuttora in corso”). La Chiesa ortodossa e cattolica, però, si è già ampiamente sbilanciata a favore dell’autenticità delle esperienze che da diciannove anni si irradiano da questa semplice casa damascena.

UNA RAGAZZA QUALUNQUE

Nel maggio di quel fatidico 1982, appena diciottenne, Myrna si era sposata con un bravo ragazzo, Nicola. Come mai così presto? Dalle nostre parti, si sarebbe subito sospettato un “matrimonio riparatore”. Non nel suo caso e non in Oriente: era solo il coronamento del sogno d’amore di una ragazza (che non aveva neppure finito le scuole superiori) e di un ragazzo, che lavorava come tecnico. Anche il fatto di essere un matrimonio “inter-rituale” tra una greco-cattolica e un greco-ortodosso non era affatto una cosa insolita.
Lei per prima, Myrna, era nata in Libano da una coppia cattolico-ortodossa, e aveva frequentato scuole gestite da entrambe le Chiese, oltre alle scuole pubbliche. Era (ed è) una ragazza senza grilli per la testa, con un carattere positivo ed equilibrato e nel cuore il semplice desiderio di diventare una moglie e una madre felice. Una brava cristiana? Certo, ma nei limiti dell’ordinario, e soprattutto senza slanci mistici. Insomma, una donna “qualunque” che più qualunque non si può.

LA VERGINE SULLA TERRAZZA

Quella notte di dicembre, Myrna, è scappata col cuore in gola a svegliare sua cognata: «Elena, Elena, guarda, la Santa Vergine!», le ha detto tutto in un fiato, indicandole la terrazza, dove la povera Elena, purtroppo, non riusciva a vedere assolutamente nulla. Myrna era sconcertata, ma convintissima di non aver sognato ad occhi aperti.
Per niente offesa da quella fuga precipitosa, la luminosa Presenza ha atteso solo alcuni giorni e poi è tornata: stesso luogo, stesse modalità. Questa volta però, Myrna, incoraggiata da un sacerdote a lei vicino, padre Elias Zahlaoui, è rimasta là, sulla terrazza di casa, a contemplare e ascoltare l’Ospite soprannaturale, colmata da una fiducia e una gioia limpide e prive di enfasi, che ancora adesso riesce a comunicare, tutte le volte che ne parla.

L’OLIO MISTERIOSO

Myrna non ha dubitato neanche un istante sull’identità della figura misteriosa. Del resto, c’era forse da dubitare, davanti alla bellissima Donna vestita di bianco, la testa coperta da un ampio cappuccio pure bianco, con una fascia azzurra in vita, uno scialle azzurro sulla spalla, un rosario di cristallo nella mano destra? Le Sue parole poi, sono state inequivocabili, fin dal primo messaggio: «Figli miei, ricordatevi di Dio, perché Dio è con noi…» e poco dopo, tra le altre esortazioni: «Annunciate mio Figlio, l’Emmanuele».
La straordinaria visita, per la verità, era stata in qualche modo preparata. Il mese prima, mentre pregava con altri parenti, in casa di una cognata ammalata (noi ci stiamo disabituando a queste pratiche, ma in Siria è ancora normale), Myrna si è sentita attraversare da una “forza” strana, che l’ha riempita di brividi. Dalle sue mani è cominciato a colare non il banale sudore che in genere accompagna una condizione fisica anormale, ma una sostanza che si è rivelata ben presto essere olio, purissimo olio di oliva al cento per cento.

UN NOME, UN DESTINO?

Passati alcuni giorni, il 27 novembre (la data in cui si ricordano le apparizioni della Vergine a santa Caterina Labouré, a Rue du Bac) il fenomeno si è ripetuto. Questa volta, l’olio misterioso non colava dalla persona di Myrna, ma da una piccola riproduzione di un’icona molto celebre e cara al popolo russo, la Vergine di Kazan: un dono di suo marito, che l’aveva comperata due anni prima nella chiesa ortodossa Alexander Nevskij, a Sofia, e che da allora è venerata anche come “Nostra Signora di Soufanieh”.
L’olio, dunque. Quante volte si vede, nei conventi, confezionare olio benedetto che i fedeli amano portare a casa, per fortificare e confortare i sani e i malati, il corpo e lo spirito! Per i cristiani d’Oriente, l’olio è materia sacra per eccellenza. È stato per secoli una ricchezza, il combustibile più utilizzato e prezioso, ed è il segno principe nei sacramenti.
Ora, non mi risulta che qualcuno abbia osservato una semplice cosa: il nome greco del Sacro Crisma, utilizzato nei riti bizantini, il myron, è parte integrante dell’umile nome familiare di Maria Nazzour, la ragazza di Soufanieh: Myrna, appunto.

VISIONI, ESTASI, STIMMATE

Per otto lunghi anni. Myrna ha potuto continuare a vedere la splendida Signora, o in un normale stato di veglia (le apparizioni vere e proprie sono state cinque, tra il dicembre del 1982 e il marzo 1983) o nel corso di estasi, precedute da una essudazione d’olio da tutta la persona.
Durante la trance estatica non era in grado di sentire né vedere nulla di ciò che la circondava ed era completamente assorbita da una luminosissima visione interiore.
In queste condizioni, ha veduto anche il Cristo, ma solo in forma di una figura umana “fatta interamente di luce”, di cui non riusciva a distinguere il volto; e prima di queste visioni in particolare, l’olio misterioso cominciava a colarle anche dagli occhi, dandole una sensazione di bruciore.
Anche Gesù le ha parlato, affidandole messaggi che non sempre è riuscita a capire, con richiami anche severi a un destino di incomprensioni e di sofferenze che per Myrna, evidentemente, non è sempre stato facile accettare.
Per ben quattro volte, tra il 1983 e il 1990, la ragazza ha patito anche un fenomeno di stigmatizzazione, accompagnato da pene fisiche e spirituali. Le piaghe si sono aperte spontaneamente, in corrispondenza delle cinque piaghe di Cristo e della corona di spine, sulla fronte. Si sono sempre richiuse senza l’intervento di nessuno e senza lasciare traccia, lasciando esterrefatti tutti i medici presenti.

ARRIVEDERCI, MYRNA

Dal 1990, la Vergine e il Figlio hanno dato l’arrivederci a Myrna, non l’addio. «Sentirai la mia voce soltanto quando la festa di Pasqua sarà unificata» le ha detto Gesù, il Sabato Santo del '90. E Maria: «Non temere se ti dico che mi vedi per l’ultima volta, finché la festa di Pasqua non sia unificata». Era il 26 novembre, vigilia dell’ottavo anniversario dell’essudazione d’olio dall’icona.
La Madonna aveva aggiunto: «Quanto all’olio, esso continuerà a manifestarsi sulle tue mani per la glorificazione di mio figlio Gesù, quando Lui vorrà e dovunque tu vada».
Oggi, che i divini Ospiti la privano della loro presenza sensibile, l’olio continua a fluire, in innumerevoli circostanze, tutte ricollegabili ai fatti di Soufanieh. Cola da altre riproduzioni dell’immagine sacra, da vetrinette che le racchiudono, da libri di preghiere, dalle mani di altre persone, in altre case. Porta con sé guarigioni prodigiose, più spesso spirituali che fisiche.

L’UNICA PASQUA

Al momento di chiudere queste poche pagine, non so ancora cosa sia accaduto a Damasco, in aprile. Quest’anno, infatti, cattolici e ortodossi hanno festeggiato nello stesso giorno la ragione principale della loro fede.
È stato solo un caso, purtroppo, una combinazione di date che è riuscita a ottenere quello che gli uomini non sono stati capaci di decidere in proprio.
Myrna avrà veduto ugualmente la Signora della quale ha tanta nostalgia? Avrà riascoltato la voce misteriosa di quel Cristo dal volto troppo risplendente per essere guardato negli occhi?
«Vivo per il giorno in cui questo accadrà» mi aveva detto, al termine della nostra breve conversazione, quasi vergognandosi di questa frase che poteva suonare retorica. «Se anche dovessi sanguinare e soffrire ancora, non importa, se così piace a Dio». Sono i suoi bambini a preoccuparsi per lei: «Sì, la Pasqua è importante, però noi non vogliamo che tu stia male, mamma » le hanno detto.

MILIONI DI “SACRE FAMIGLIE”

Cos’altro chiederle? È più bello starla a guardare: quando abbraccia i suoi due figli, per esempio, due bei ragazzi dall’aria sveglia. Questo straordinario incontro ha certamente cambiato la sua vita (e la loro), ma non nelle scelte di fondo. Lei, il marito e i due giovanissimi si vogliono ancora più bene di prima. «Come madre, poi - dice Myrna - sono diventata più forte».
Niente conventi, nel suo destino, come è stato invece per Lucia, la veggente di Fatima, che lei ha conosciuto (peccato che il contenuto della conversazione sia top secret). È molto bello e significativo che a questi veggenti di fine millennio, non sia stato chiesto di scegliere la cosiddetta “vita consacrata”, quanto, piuttosto, di consacrare con più decisione la propria vita familiare. È accaduto anche a Medjugorje, a quanto se ne sa.
Tempismo del soprannaturale! Infatti, è proprio di questo che abbiamo bisogno, oggi. Se non riusciamo a incarnare l’Amore trinitario nel “piccolo”, come possiamo pretendere di unire la grande, dispersa famiglia dei cristiani?
Myrna lo sa, e prega per le famiglie. Ce ne sono alcune in difficoltà anche nel suo quartiere, nella sua città. Lei va, incontra, cerca di comunicare la sua fiducia in un Padre che veglia sempre, in una Madre celeste che non si distrae mai. “Anche voi pregate per me, però, perché io resti sempre fedele, non sia mai confusa” ci chiede, con gentilezza. Certo, Myrna, le diciamo e cominciamo subito recitando con lei l’Ave Maria in italiano (l’ha imparata da una suora!), mentre dal piccolo cavedio giungono voci di uomini e di donne, quietamente impegnati a recitare il rosario.
«Com’è bello questo posto: ci costruirò il mio regno e la mia pace» le aveva detto Gesù, quindici anni fa. È proprio questa la sensazione che dà, ancora oggi. Speriamo di portarci a casa, tra le tante cose, anche una goccia della pace di Soufanieh, che ci bruci nel cuore e faccia luce, quando ogni tanto ci sentiamo perseguitati dalla notte.