SERVIZIO SPECIALE: SIRIA dove le pietre pregano .
copertina ss
Copertina del Servizio Speciale del mese di Maggio 2001


Maalula
Maalula

interno della chiesa di san Sergio
Nella foto:
interno della chiesa di san Sergio


UNA FIGLIA IN FUGA

la grotta di santa Tecla
Foto in alto:
la grotta di santa Tecla

immagini dall'articolo:

GLI IRRIDUCIBILI DI MAALULA

di Monica Vanin
foto Calloni

la grotta di santa Tecla
La grotta di santa Tecla - foto Calloni

UNA FIGLIA IN FUGA

Tecla, secondo la tradizione, era figlia del governatore di Iconio (oggi Konya, in Turchia). Dopo aver sentito predicare san Paolo nelle strade della sua città, si era infiammata d’amore per il Dio dei cristiani e si era fatta battezzare. I suoi genitori, però, le fecero una guerra spietata e il padre arrivò a condannarla a morte. La giovinetta riuscì a fuggire in Siria, continuando a diffondere la Buona Novella ovunque andasse. Arrivata tra i monti di Maalula, si trovò inseguita dai soldati che il feroce e ostinato genitore le aveva sguinzagliato dietro. Sentendosi perduta, pregò Dio di salvarla dai persecutori. Nella montagna, allora, si spalancò una profonda gola, dove la fuggitiva riuscì a far perdere le proprie tracce.
Tecla si ritirò in una grotta, nelle vicinanze, vivendo da perfetta eremita. Gli abitanti della zona cominciarono ben presto a conoscere e a rispettare questa donna giovane, insolita e coraggiosa, che testimoniava e predicava un Dio d’amore così diverso dalle divinità pagane. Tecla convertì molti di loro, battezzandoli con l’acqua della sorgente vicino alla quale si era rifugiata. Con quell’acqua (e soprattutto, con la preghiera) guarì anche molti ammalati, e questo non fece che accrescere la sua fama.
Fu considerata la prima donna martire, cioè disposta a patire la persecuzione a causa della fede, e anche una vera “apostola”, per il suo impegno di evangelizzazione. Per questo fu chiamata “Mar” Takla, col titolo che viene usato solo per i santi di sesso maschile.